Ribera (AG)
Sono Simone Chetta, la nostra azienda agricola è nata negli anni ‘70, quanto mio padre, Filippo Chetta, l’ha fondata iniziando la produzione di arance mandarini, clementine e limoni. Oggi proseguiamo il suo lavoro io e mio fratello, che segue la distribuzione in Lombardia. Nel ‘95 abbiamo avuto dei problemi di produzione, a causa della siccità ed è diventato difficile vendere, così siamo passati al biologico. Questa scelta ci ha aperto nuove strade, infatti, abbiamo cominciato a fornire i primi GAS, che oggi sono più di 40. Poi si sono aggiunti i servizi di consegna, come Cortobio e ora esportiamo anche in Germania. In Italia distribuiamo in tutta la Lombardia, Brescia, Milano, Cremona e altre città e a Brescia siamo presenti anche ai mercati Megliobio de La Buona Terra.
Com’ è nata la vostra azienda agricola biologica?
L’azienda è iniziata con mio padre, coltivando i terreni ereditati dalla famiglia, dove si producevano mandorle e altri seminativi.
Poi dagli anni ‘70 si è convertita la produzione agli agrumi. Mio padre, che è morto qualche anno fa, è stato lungimirante, è stato lui a voler iniziare con il biologico, perché non gli dava soddisfazione lavorare con le tecniche tradizionali. Aveva, infatti, intravisto un futuro diverso.
Quali sono le vostre maggiori produzioni?
Produciamo principalmente la varietà “Washington Navel”, un’arancia delicata con frutti piccoli, che ha anche il marchio D.O.P., e le clementine.
Il clima della Sicilia e le varietà che abbiamo scelto danno la possibilità di produrre, tempo permettendo, fino ai mesi di marzo-aprile. Il nostro raccolto lo destiniamo prevalentemente ai Gruppi di Acquisto Solidale. Dato che le zone in cui vendiamo di più sono al nord, ci siamo organizzati per gestire e garantire le consegne con un magazzino con sede a Brescia, questo ci permette di diminuire le trasferte e quindi i costi e l’impatto ambientale.
Qual’è il prodotto preferito o il migliore tra le vostre produzioni?
Le arance “Washington Navel” sono il nostro migliore prodotto, perché matura tra novembre e dicembre e dura di più, oltre ad essere un prodotto di qualità e dalle origini antiche.
Il suo nome lo deve alla presenza di una sorta di “ombelico” (navel=ombelico in inglese), perché all’interno della buccia c’è un piccolo frutto gemello sul lato opposto del picciolo.
Com’è stato il passaggio dalla coltivazione tradizionale al biologico?
Nell’anno del passaggio dal convenzionale al bio abbiamo dovuto faticare perché non c’erano tutti i prodotti biologici che ci sono oggi (concimi organici, ecc..) e la produzione era un po’ scarsa perché il terreno e le piante dovevano riadattarsi.
Poi però abbiamo visto che il biologico veniva apprezzato e ci portava soddisfazione nella produzione e nella vendita. Ci siamo resi conto che le arance, essendo molto adatte al nostro territorio, non avevano bisogno dell’utilizzo di prodotti protettivi e insetticidi.
I nostri prodotti sono oggi certificati biologici da ICEA e AIAB.
Con quali tecniche coltivate?
Usiamo gli “insetti utili” che ci aiutano molto senza usare la chimica e siamo soddisfatti perché possiamo dimostrare che c’è un altro modo di fare agricoltura. Come tecniche di lavorazione utilizziamo quelle tradizionali: potatura, concimazione e l’irrigazione, una volta al mese durante l’estate.
Quanto è diffusa la produzione biologica in Sicilia?
Nella nostra zona c’è un buon numero di aziende agricole biologiche, alcuni hanno cominciato insieme a noi. Molte aziende, invece, sono state convertite solo da qualche anno, perché prima si pensava che il prodotto convenzionale venisse meglio o che le piante senza la chimica si ammalassero. L’esempio di molti agricoltori, che sono stati un po’ dei pionieri, ha influenzato molto anche altre persone che hanno deciso di passare al biologico.
È un po’ come essere tornati alle origini, quando la chimica non c’era e tutto era fatto secondo le regole della natura.
Come avete iniziato la collaborazione con Cortobio e qual è il vostro giudizio sul servizio?
Abbiamo iniziato quando abbiamo conosciuto la Buona Terra e ci è stato presentato il progetto Cortobio, ci è sembrato un ottimo servizio. I primi anni ovviamente, c’erano pochi clienti, perché dovevano farsi conoscere. Oggi siamo soddisfatti, anche se c’è ancora molto da fare, soprattutto per la divulgazione e la sensibilizzazione delle persone rispetto al prodotto biologico. Purtroppo, anche a causa delle catene di supermercati che spesso diffondono un falso biologico e ad alcuni scandali dell’industria alimentare, le persone non si fidano, perché faticano a capire che sia autentico.
Ecco perché è importante il contatto con il produttore, chi ci conosce ha un rapporto diretto con noi e quindi conosce il prodotto, abbiamo organizzato anche degli incontri con i consumatori per far sapere come lo produciamo.
E’ possibile visitare l’azienda? In che modo?
Certo!
E se qualcuno volesse venire in vacanza, siamo anche poco distanti dal mare! Molti rappresentanti dei Gruppi d’Acquisto sono venuti da noi quando hanno deciso di fornirsi con i nostri prodotti, perché ci tengono a conoscerci e spesso tornano a trovarci. Siamo sempre disponibili a incontrare chi apprezza il nostro prodotto e il nostro lavoro.
L'azienda agricola Chetta è stata fondata negli anni '70 da Filippo Chetta, che ha iniziato la produzione di arance, mandarini, clementine e limoni. Oggi, i suoi figli, Simone e il fratello, continuano il lavoro, convertendo l'azienda al biologico dopo aver affrontato difficoltà nella produzione a causa della siccità. Questa scelta ha aperto nuove opportunità, permettendo di collaborare con oltre 40 Gruppi di Acquisto Solidale e di espandere la distribuzione in Lombardia e oltre.
Produciamo principalmente la varietà “Washington Navel”, un'arancia delicata con frutti piccoli e il marchio D.O.P., e le clementine. Grazie al clima siciliano e alle varietà selezionate, la produzione può continuare fino ai mesi di marzo-aprile. Le arance “Washington Navel” sono il nostro prodotto di punta, grazie alla loro qualità e lunga durata. Attualmente, i nostri prodotti sono certificati biologici da ICEA e AIAB, e utilizziamo tecniche di agricoltura sostenibile, come l'uso di insetti utili per combattere i parassiti.