Carciofo
Nome scientifico
Cynara cardunculus scolymus
Famiglia
Compositae
Coltivato da
Tobias de Sogus, Concas Giuseppe, Sardegna
Stagionalità
Curiosità e coltivazione biologica
Lo sapevate che gli italiani sono i maggiori consumatori al mondo di carciofi con circa 8 Kg pro capite l’anno? Una pianta conosciuta fin dall’antichità per le sue proprietà organolettiche, oltre ad essere tra le più utilizzate in Italia, abbiamo anche il primato mondale nella produzione, soprattutto in alcune regioni: la Sardegna, la Sicilia e il Lazio, tra i maggiori. Predilige le stagioni a clima mite, caldo e asciutto, senza grossi sbalzi di temperatura. E’ una pianta che si adatta ad ogni tipo di terreno, anche se sono preferibili quelli di tipo argilloso. A differenza della coltivazione tradizionale, nel carciofo biologico si usa una concimazione organica biologica del terreno prima della coltivazione e poi la pianta viene trattata solo con azoto. Per non impoverire il terreno si applica di anno in anno la rotazione delle colture.
Fa bene perchè...
…è disintossicante e depurativo. E’ considerato un vero e proprio nutraceutico, cioè che ha una vera funzione benefica sulla salute, perché ricco di principi attivi. In particolare la cinarina, contenuta nelle foglie, nello stelo e nell’infiorescenza, la quale ha un’azione benefica sulle secrezioni biliari e favorisce la diuresi renale, oltre a regolarizzare le funzioni intestinali grazie alla presenza di fibre (anche se è sconsigliato a chi soffre di problemi al colon). Ma è anche utile per combattere disturbi digestivi, mal di stomaco e controllare la nausea. Ideale per chi segue una dieta ipocalorica. E’ ricco di acqua (34% per 100gr di parte edibile) e sali minerali, i maggiori contenuti sono il potassio, il sodio, ferro, calcio e fosforo. Contiene inoltre vitamine, di particolare consistenza la A e la C.
Suggerimenti di eco-cucina…antisprechi!
Vi consigliamo di conservarlo in frigorifero, nello scomparto delle verdure e chiuso in un sacchetto di carta per massimo 5-6 giorni.
Il carciofo ha un 40% circa di parte edibile, ma il restante 60% può essere comunque utilizzato anche se richiede un pochino d’impegno. Ad esempio se cuocete per 20 minuti in pentola a pressione le foglie esterne più dure, potete poi separare la polpa con un passaverdura o una centrifuga, surgelare la crema estratta ed utilizzarla per aggiungere il gusto del carciofo a uno dei vostri primi o secondi piatti. Il gambo basta invece pelarlo e cuocerlo al vapore o bollito.
Ma come si puliscono?
Se siete timorosi di potervi spinare, prendete dei guanti, anche se la varietà “Tema” che trovate con maggiore frequenza in cassetta, non ha molte spine e sono poco pungenti, ma ve li consigliamo per lavorare con più disinvoltura. Altro strumento: coltello ben affilato, anche un coltello del pane, seghettato andrà benissimo. Tagliere e ciotola con acqua e un limone spremuto e in un attimo li avrete puliti.
Procedete così:
- togliete il gambo, che puliremo togliendo le fibre più grosse, come fosse una costa di sedano per intenderci e lo potete fare lesso o al vapore per circa 15 minuti
- tagliate con decisione la sommità del carciofo, così le spine saranno eliminate in un colpo
- eliminate le foglie più coriacee, che potremo utilizzare per una crema, come suggerito sopra.